17° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Quello che è chiamato giudizio è una constatazione, il pescatore constata il pesce buono da quello cattivo. Dio rispetta fino all’ultimo la nostra scelta: questo è il giudizio, siamo noi a giudicarci.
Quello che è chiamato giudizio è una constatazione, il pescatore constata il pesce buono da quello cattivo. Dio rispetta fino all’ultimo la nostra scelta: questo è il giudizio, siamo noi a giudicarci.
«E’ sperare la cosa difficile – scriveva Charles Péguy – a voce bassa e vergognosamente. La cosa facile è disperare ed è la grande tentazione».
La caratteristica del buon ascolto e quella di colui che ascolta la Parola e la comprende. Comprendere dà il senso all’ascolto, e non significa capire, scoprire i significati quanto “contenere in sé, abbracciare, racchiudere
la fede richiede l’umiltà: l’umiltà di togliersi dal centro, per metterci Dio.
Non può capire l’amore di Cristo chi pensa a portare se stesso nella vita lasciando da parte la capacità di amare fino alla fine.
Riconosci in te l’amore di Dio, vivilo, respiralo, e sarai riconosciuto, accolto e amato. Lo sei già, ma sai che bello poterlo vivere pienamente?
Se il popolo radunato da Dio attorno a Mosè ha come compito di testimoniare la signoria di Dio fra tutti i popoli vivendo l’appartenenza a Lui (prima lettura), i Dodici sono chiamati a testimoniare la signoria di Cristo facendo il bene e predicando il Regno (vangelo). La missione cristiana, l’evangelizzazione, è opera di un soggetto comunitario, è opera ecclesiale
Vita di Dio e vita dell’uomo si incontrano nell’amore, nell’agape, cibo che veramente nutre l’uomo e realtà che costituisce la vita di Dio: «Dio è amore»
Lo Spirito: il Consolatore, l’avvocato, il “dito della mano di Dio”, che indica la via, Colui che ci guida alla pienezza della verità, che raddrizza i sentieri, che dà riposo, che feconda le nostre aridità, risana “ciò che sanguina”, “piega ciò che è rigido”, Lui che è padre dei poveri,
La presenza del Signore viene sperimentata come dono grazie alla fedeltà dei credenti. A sua volta, la faticosa fedeltà quotidiana («tutti i giorni») dei credenti è sostenuta dalla speranza suscitata dalla promessa: «Con la tua promessa mi hai fatto sperare»
L’azione dello Spirito nel credente è quella di creare in lui una sorgente di vita per gli altri, anzi, di fare di lui uno spazio di vita per gli altri, capace di generare e dare vita. Lo Spirito, che è promessa e dono del Risorto, è anche tenerezza materna.
Dopo aver annunciato la sua partenza, Gesù ha dato ai discepoli il comando dell’amore e ora chiede loro di aver fede e di non essere turbati
Strano mestiere quello del Pastore. Strambo e delicato: dove non arriva il bastone, entra in gioco la voce. Che a noi oggi non dice più nulla.
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