DOMENICA DI PENTECOSTE

Dal Vangelo secondo Giovanni: Gv 20,19-23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Parola del Signore.

MEDITAZIONE

“Lo Spirito del Signore pervade l’universo, egli che tutto unisce, conosce ogni linguaggio…” (Sap.1,7); questa citazione del Libro della Sapienza, introduce la liturgia eucaristica del giorno di Pentecoste, in cui la Chiesa celebra il Mistero dell’effusione e piena rivelazione dello Spirito di Dio, anch’egli Santo, perché Persona divina, la “Persona-dono” come Giovanni Paolo II, la definisce nell’Enciclica “Dominum et Vivificantem”.

Nel lungo discorso di addio, che ci ha accompagnato per alcune domeniche, Gesù dice ai suoi: “…vi dico la verità: è meglio, per voi, che io vada, perché, se non vado, il Paraclito non verrà a voi, se invece, me ne vado, ve lo manderò…” ( Gv.16,7); e parlava della sua morte. Il dono dello Spirito, l’effusione dello Spirito, è dono del Cristo, morto e risorto, rivelazione piena del mistero pasquale, che in questo tempo liturgico, contempliamo, celebriamo e viviamo.

A guidarci in questo percorso, che non è soltanto di conoscenza, ma anche, e soprattutto, di esperienza e maturazione nell’amore, è l’evangelista Giovanni, il quale collega chiaramente il dono dello Spirito alla morte e resurrezione di Cristo, come sottolineano le parole:”.. La sera di quello stesso giorno… venne Gesù, si fermò in mezzo a loro.. mostrò loro le mani e il costato… alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo…»”

Il Signore, crocifisso e risorto, porta evidenti, nella sua persona, i segni della passione, segni dell’infinito amore verso il Padre e verso gli uomini, che Egli ha creato per sé; questo legame d’amore che passa dal Padre al Figlio e dal Figlio al Padre, è esso stesso Sostanza, Persona divina, è lo Spirito Santo.

Ecco quanto sulla terza Persona divina, l’Enciclica “Dominum et Vivificantem, insegna: “:…si può dire che, nello Spirito Santo, la vita intima del Dio uno e trino, si fa tutta dono, scambio di reciproco amore tra le divine Persone, e che, per lo Spirito Santo, Dio, ‘esiste’ a modo di dono. E’ lo Spirito Santo, l’espressione personale di un tale donarsi….egli è Persona-Amore, Persona-dono. Abbiamo qui una ricchezza insondabile…ineffabile… che solo la rivelazione ci fa conoscere…” (n.10) Una rivelazione, che ci parla dello Spirito fin dalle origini, quando “..la terra era informe e deserta: le tenebre ricoprivano l’abisso, e lo spirito di Dio si librava sulle acque..” ( Gn.1,2 ) ed era presente ed operante in tutta la creazione, che da Lui riceve armonia, unità e vita. Sono anche le parole del salmo:

“Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!

La terra è piena delle tue creature.

Se togli loro lo spirito, muoiono

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra.” ( Sl 103 )

Questo stesso Spirito che, effuso dalle origini sull’uomo, lo rese somigliante al suo Creatore, nella “pienezza dei tempi”, come potenza d’Amore, generò dalla Vergine lo stesso Figlio di Dio, il redentore Gesù, che ora, risorto, dona quel medesimo Spirito ai suoi, consegnando, allo stesso tempo, la missione che gli era stata affidata dal Padre: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi…a chi rimetterete i peccati saranno rimessi…».

La missione del Cristo si era conclusa sulla croce, quando “Gesù, dopo aver ricevuto l’aceto disse: «Tutto è compiuto!» E, reclinato il capo, spirò.” (Gv.19,30 ). Questo ‘spirare’ non sta semplicemente ad indicare la morte fisica, la consegna ultima che il Figlio fa di sé al Padre, ma è già una Pentecoste, perché, quello “spirare ” è il dono dello Spirito a tutti gli uomini, che nei secoli avrebbero creduto in lui.

Lo Spirito: il Consolatore, l’avvocato, il “dito della mano di Dio”, che indica la via, Colui che ci guida alla pienezza della verità, che raddrizza i sentieri, che dà riposo, che feconda le nostre aridità, risana “ciò che sanguina”, “piega ciò che è rigido”, Lui che è padre dei poveri, come canta la lunga, splendida sequenza di oggi, è la Presenza invisibile, ma potente, che ci accompagna fino alla meta ultima, rendendoci forti e, soprattutto, rendendoci capaci di credere e di amare.

È lo Spirito che attua la promessa del Signore: “…vi darò un cuore nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne, porrò il mio Spirito dentro di voi!” ( Ez. 36,26-27). È sempre lo Spirito, che ci guida, nella via dell’amore, quell’amore che è donazione incessante, che è unità e comunione, che è sollecitudine e perdono, e cresce in noi, fino a che non si giunga alla tenerezza del cuore, un cuore che assomigli al cuore stesso di Cristo.

La Pentecoste, che la Chiesa celebra, liturgicamente, ogni anno il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, è un evento che si attua ogni momento ed ogni giorno, tutte le volte che, sulla terra, vi sia un fedele che invochi la presenza dello Spirito; non ci saranno più i segni grandiosi di quella prima Pentecoste: il vento impetuoso, le lingue di fuoco e il miracoloso parlare diversi idiomi; ma, sempre: “…a ciascuno sarà data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune….”, saranno dati i doni, che Paolo nella sua Lettera ai Corinti elenca: “fortezza, purezza, sapienza, longanimità, benevolenza, spirito di santità e giustizia” (2 Cor.4-7 ) e saranno concessi i frutti, che, sempre Paolo, indica: “…il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, bontà, longanimità, benevolenza, fiducia, mitezza, padronanza di sé…” ( Gal. 5,22-23 )

Solo così i credenti potranno formare, veramente, un solo corpo in Cristo Gesù Redentore; un corpo che è la Chiesa, nata sulla croce di Cristo, che è Madre e Sposa, e che, con lo Spirito, invoca ” Vieni Signore Gesù “. ( Ap. 22,20 )

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