SANTISSIMA TRINITA’
Il Dio trinitario è il Dio che non sta senza l’uomo.
Lo Spirito: il Consolatore, l’avvocato, il “dito della mano di Dio”, che indica la via, Colui che ci guida alla pienezza della verità, che raddrizza i sentieri, che dà riposo, che feconda le nostre aridità, risana “ciò che sanguina”, “piega ciò che è rigido”, Lui che è padre dei poveri,
La presenza del Signore viene sperimentata come dono grazie alla fedeltà dei credenti. A sua volta, la faticosa fedeltà quotidiana («tutti i giorni») dei credenti è sostenuta dalla speranza suscitata dalla promessa: «Con la tua promessa mi hai fatto sperare»
L’azione dello Spirito nel credente è quella di creare in lui una sorgente di vita per gli altri, anzi, di fare di lui uno spazio di vita per gli altri, capace di generare e dare vita. Lo Spirito, che è promessa e dono del Risorto, è anche tenerezza materna.
Dopo aver annunciato la sua partenza, Gesù ha dato ai discepoli il comando dell’amore e ora chiede loro di aver fede e di non essere turbati
Strano mestiere quello del Pastore. Strambo e delicato: dove non arriva il bastone, entra in gioco la voce. Che a noi oggi non dice più nulla.
Se ne stanno andando e Lui li raggiunge: il Cielo non rifugge dalle sue responsabilità. E tanto meno accetta che ognuno rincasi nella sua Emmaus col cuore affaticato di chi s’è visto deludere il batticuore. Non l’ha permesso a Tommaso. Non lo permise in quel frastornante rintocco di passi verso Emmaus.
La Pasqua è il trionfo della vita sulla morte, di quella nuova vita che il Signore è venuto a donarci, capace di trasformare il cuore degli uomini!
Pur mostruosa, ad apparire scandalosa non fu mai la Croce: a destar scalpore fu la Risurrezione, parola promessa e mantenuta.
A tutti giunga la grazia della redenzione, e ogni uomo riconosca nel Cristo, crocifisso per amore, Colui che, veramente, è il Figlio di Dio.
C’è un bel salto nella fede da fare, come è stato per Marta, alla quale Gesù ha posto anzitutto una domanda, la principale, che rivolge a tutti noi: tu credi in me? Credi che chi ha fede in me, anche se muore vive?
E’ una storia che, come sempre con Gesù, si rivolge su due piani: i ciechi sono coloro che guardano all’apparenza. Il vedente è Gesù che non si ferma mai all’esteriorità: scorge in ogni essere umano il volto di Dio.
Il dono di Dio, è Cristo Gesù, che dà l’acqua della grazia che salva, che genera comunione di vita con la Sua Persona divina, che rigenera alla verità e alla libertà: la libertà dei figli di Dio.
«Lo scopo principale della trasfigurazione era di rimuovere dal cuore degli apostoli lo scandalo della croce, affinché l’umiltà della passione da lui voluta non turbasse la loro fede,
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