6° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Di noi questo vangelo ci dice che siamo veri discepoli di un Maestro così, a condizione che ci schieriamo in prima fila contro ogni tipo di emarginazione.
Di noi questo vangelo ci dice che siamo veri discepoli di un Maestro così, a condizione che ci schieriamo in prima fila contro ogni tipo di emarginazione.
Il profeta Gioele rivolge a tutti un invito significativo che non può non attirare la nostra attenzione, in questo giorno in cui solennemente iniziamo la quaresima: “Laceratevi il cuore, non le vesti”.
Le mani di Dio, se così si può dire, sono aperte ad accogliere il dolore dell’uomo, chiunque egli sia, sono aperte per raccogliere tutte le sue lacrime, per asciugarle, e trasformare il buio del dolore in luce.
Gesù ha autorità in quanto è egli stesso la realizzazione delle promesse antiche e le sue stesse opere lo confermano e lo rendono degno di fiducia. La pagina di oggi ci invita quindi alla fede.
Ancora una volta è credere il primo verbo per il discepolo, un verbo che contiene tutti gli altri: lasciare, seguire, testimoniare.
Non abbiamo paura di lasciarci “sorprendere” dalla chiamata di Dio, ma consentiamo a Dio di prescindere dalle nostre titubanze e dalle nostre indecisioni
La festa del Battesimo del Signore, che chiude il ciclo liturgico del Natale, ci presenta un episodio della vita di Gesù fondamentale per due ragioni: la sua storicità e il suo ruolo essenziale nella missione del Nazareno.
Dov’è?… una domanda che l’uomo si pone, quando, in cammino verso qualcosa o qualcuno, non trova l’oggetto del suo desiderio. Una domanda che suppone ricerca, attesa, speranza, andare avanti.
Maria è anche madre nostra. La totalmente vergine, non può che essere totalmente Madre, senza nessun limite di maternità: Madre dell’intera umanità.
Rientrati a Nazaret, la famiglia di Gesù e la loro storia entra nel buio e nel silenzio della quotidianità
“Il nostro Salvatore, dilettissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, la vita che distrugge la paura della morte e immette in noi la gioia e la speranza dell’eternità.
La risposta di Maria è «Eccomi.»
Questa risposta ha riaperto nell’umanità lo spazio per Dio, uno spazio interiore, e uno spazio, per così dire esterno, che ha come confine l’intera storia.
Nel deserto, la presenza di Dio che chiama ed interpella. In questo caso Dio è VOCE di uno che grida nel deserto che siamo invitati a percepire… facendo deserto nella nostra vita.
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