1° DOMENICA DI AVVENTO
il Signore ci aiuti a vivere desti, desiderosi e orientati all’incontro con lui!
il Signore ci aiuti a vivere desti, desiderosi e orientati all’incontro con lui!
La carità è un modo di relazionarsi, di instaurare relazioni, di porsi di fronte all’altro uomo
Una parabola sul “regno” e, insieme, una parabola che parla delle realtà ultime: l’incontro con Dio oltre il tempo e il suo giudizio.
Solo l’amore nei confronti del Regno ci motiva ad un’attesa operosa e assidua, nonché scevra da ogni timore. Facendo si che ogno giorno sia per noi come fosse l’ultimo.
“Chiunque chiede al Signore un’unica cosa, la vita eterna, quella otterrà: questa cosa è’ l’unica vera vita”
vivere la memoria e la comunione con tutti coloro che ci hanno preceduti nel trapasso terreno, instaurare una relazione intima con ciascuno dei nostri cari con cui abbiamo condiviso gioie e dolori, speranze e vittorie, delusioni e traguardi raggiunti e di cui adesso non avvertiamo più la presenza fisica.
Noi abbiamo un solo modo di amare. E l’amore del prossimo è criterio di autentificazione del nostro amore di Dio
Rendere a Dio quello che è di Dio è la tua vocazione. Rendere a Dio sarà una conseguenza di chi tu sei, di chi tu hai scoperto di essere, leggendo in te stesso il volto del Signore: tu sei suo figlio amato.
Il dono del Signore è quello che ognuno di noi non osa neppure sperare: “Eliminerà la morte per sempre; asciugherà le lacrime su ogni volto”. Insomma, aderire al banchetto è realizzare la nostra felicità.
Chi vive in ambienti rurali sa bene quanto lavoro dà la cura di una vigna, e questa parabola ne dà un quadro sintetico e intenso. Il padrone di casa pianta una vigna, centro di tutte le azioni, e protagonista di questa pagina di vangelo.
Abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella nostra società, di cristiani che non nicchiano, che non si trastullino tra il sì e no, che non delegano, che non lasciano fare agli altri, che non si interessano, che non stanno sulla soglia della loro casa lasciando passare la storia davanti.
Il capofamiglia si siede a tavola con i suoi, e avrà raccontato il contenuto di quella giornata. Tante altre famiglie condivideranno la gioia e lo stupore di chi sa andare oltre al giusto, al merito e al dovere, per incontrare il volto di chi mi è vicino.
Il perdono è un per-dono, è un regalo, e il regalo non richiede meriti, è un dono. Se il perdono esigesse un contraccambio, non sarebbe un dono, ma un acquisto.
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