5° DOMENICA DI QUARESIMA
C’è un bel salto nella fede da fare, come è stato per Marta, alla quale Gesù ha posto anzitutto una domanda, la principale, che rivolge a tutti noi: tu credi in me? Credi che chi ha fede in me, anche se muore vive?
C’è un bel salto nella fede da fare, come è stato per Marta, alla quale Gesù ha posto anzitutto una domanda, la principale, che rivolge a tutti noi: tu credi in me? Credi che chi ha fede in me, anche se muore vive?
E’ una storia che, come sempre con Gesù, si rivolge su due piani: i ciechi sono coloro che guardano all’apparenza. Il vedente è Gesù che non si ferma mai all’esteriorità: scorge in ogni essere umano il volto di Dio.
Il dono di Dio, è Cristo Gesù, che dà l’acqua della grazia che salva, che genera comunione di vita con la Sua Persona divina, che rigenera alla verità e alla libertà: la libertà dei figli di Dio.
«Lo scopo principale della trasfigurazione era di rimuovere dal cuore degli apostoli lo scandalo della croce, affinché l’umiltà della passione da lui voluta non turbasse la loro fede,
la tentazione è una prova e fa parte della vita, attraverso la quale possiamo conoscerci meglio e crescere. Ci vuole il coraggio di fidarsi del Signore, di ascoltare la Sua Parola, senza pretendere di piegarlo alle nostre voglie,
«Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti» (Gal 6,9-10a)
Quando il Papa esce sulla piazza, Roma indossa il vestito da sera: è «l’ora che volge il disio ai navicanti ‘ntenerisce il core e che lo novo preregrin d’amore punge, se ode squilla di lontano» (D. Alighieri).
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