6° DOMENICA DI PASQUA
“Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.
“Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.
I destinatari della rivelazione di Gesù sono oggi, non le folle, non i capi del popolo, ma i discepoli, quanti hanno cioè deciso di seguirlo, dunque, continua a leggere se hai deciso farlo. Meditare queste parole di Gesù sulla vite e i tralci, significa cogliere il rapporto che ci lega a lui nella sua dimensione più profonda. Gesù rivela il segreto della autentica vita cristiana: rimanere in Lui.
Il Buon Pastore é colui che si compromette di persona. L’unità del gregge, anzi anche una sola pecora è per lui importante e anche per questa sola offre la vita. Questo è l’amore vero: dare la vita per la salvezza dell’altro.
Già da due settimane nella nostra comunità cristiana risuona questo annuncio: il Signore è veramente risorto! E noi che cosa ne abbiamo fatto di questa notizia?
La fede è questione di vita, capace di vincere tutto, persino la morte, come appunto è già avvenuto di Cristo risorto
La risurrezione, il cuore del mistero cristiano, da cui deriva tutto quello che crediamo sull’uomo e su Dio, non è possibile spiegarla con o un ragionamento; è una esperienza che si può soltanto vivere.
L’azione dello Spirito nel credente è quella di creare in lui una sorgente di vita per gli altri, anzi, di fare di lui uno spazio di vita per gli altri, capace di generare e dare vita. Lo Spirito, che è promessa e dono del Risorto, è anche tenerezza materna.
Dopo aver annunciato la sua partenza, Gesù ha dato ai discepoli il comando dell’amore e ora chiede loro di aver fede e di non essere turbati
Strano mestiere quello del Pastore. Strambo e delicato: dove non arriva il bastone, entra in gioco la voce. Che a noi oggi non dice più nulla.
Se ne stanno andando e Lui li raggiunge: il Cielo non rifugge dalle sue responsabilità. E tanto meno accetta che ognuno rincasi nella sua Emmaus col cuore affaticato di chi s’è visto deludere il batticuore. Non l’ha permesso a Tommaso. Non lo permise in quel frastornante rintocco di passi verso Emmaus.
La Pasqua è il trionfo della vita sulla morte, di quella nuova vita che il Signore è venuto a donarci, capace di trasformare il cuore degli uomini!
Pur mostruosa, ad apparire scandalosa non fu mai la Croce: a destar scalpore fu la Risurrezione, parola promessa e mantenuta.
Sì, Gesù è il pastore santo, buono e bello, con occhi grandi, che raggiungono tutti, anche noi oggi. E da questi occhi noi ci sentiamo protetti e guidati.
In questo racconto si parla di camminare insieme, di ricordare e pensare, di rispondere a chi chiede conto e quindi di celebrare il Risorto per sempre.
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario